La fine del mondo può essere fuori di noi, ed è un male, perché
in senso proprio significa che ogni forma di vita si estingue. Più
facilmente, la fine del mondo può essere dentro di noi, ed è un
male ugualmente terribile, perché riguarda la propria morte
personale, vera o apparente, totale o parziale, la fine della
speranza, l’assenza di una prospettiva futura positiva e migliore.
Questa raccolta prende origine da una personale fine del mondo
ed è unita dal sottile e profondo legame con le persone e le cose,
dalla profonda gioia di vivere e avere vissuto. Un percorso che si
snoda attraverso l’accettazione della propria fragilità e della
propria imperfezione, del destino, in un certo senso, senza
fatalismo e anzi con convinta panteistica partecipazione al
cosmo. In queste poesie ci sono molte cause e molti effetti, cose
vere e cose immaginate. Soprattutto c’è un elemento che poco ha
a che fare con la fine e invece meglio rappresenta l’inizio,
veicolando sia le migliori aspettative della vita che le più trite
banalità dell’illusione: l’amore. Certamente la propria fine del
mondo può essere trascesa con la serena consapevolezza che
dentro ogni fine ci sia l’inizio di un nuovo viaggio dentro sé
stessi, o insieme a qualcuno, che magari ci sta aspettando sulla
porta di casa.
Pagine | 91 |
Formato | [EU] Stampa bianco e nero - standard - 115x190 mm - Carta bianca - Copertina lucida |
Peso | 92 gr. |