La Sicilia è una terra ricca di miti e leggende. Così com’è ricca la tradizione popolare con racconti, di storie reali o di fantasia, tramandati per secoli e secoli. Per non parlare dei canti, della poesia popolare, dei giochi, delle espressioni profondamente sicule, intraducibili in altre lingue.
Chi nicchi e nacchi raccoglie cunti, canti, liriche originali che Raimondo Moncada, nato e cresciuto in Sicilia e in siciliano, ha composto a partire dagli anni Novanta nella sua lingua madre, recitati in pubbliche rappresentazioni teatrali. Il libro include anche brani rivisitati tratti dal ricco patrimonio popolare e letterario della Sicilia. Tutto scritto in siciliano, come una sfida, nella lingua di Luigi Pirandello, Andrea Camilleri, Ignazio Buttitta, Nino Martoglio, Alessio Di Giovanni...
È una sfida. E nello stesso tempo un controsenso in un momento di crisi: pubblicare e farsi leggere in siciliano quando già è diventato difficile nella lingua nazionale. Operazione incoscientemente audace. Il titolo è emblematico. Chi nicchi e nacchi, è una espressione che significa: Ma che dici? Che c’entra? Chi ci trasi?
Il contenuto di questa pubblicazione è per lo scrittore motivo di riscatto e di orgoglio. Dà pubblica dignità ed espressione artistica all’originaria lingua dell’anima, vissuta non come povertà, ma come fiero arricchimento.
Pagine | 90 |
Formato | [EU] Stampa bianco e nero - standard - 148x210 mm - Carta bianca - Copertina opaca |
Peso | 0.131 gr. |