

Oltre ai frutti della terra, può capitare che la campagna faccia sbocciare una rosa sotto forma di una fanciulla la cui bellezza e perfezione rappresenti un termine di paragone nell'empireo femminile, laddove è prassi comune considerare una donna bella un essere poco dotato di intelligenza. Rita ne è un campione. Raro e molto prezioso. Se ne accorge di primo acchito il professor Oreste, seppure da una posizione sfavorevole. Consorte di una donna molto ricca quanto poco attraente che presto abdicherà alla sua posizione di amante, lasciando il marito libero di servirsi altrove. Non lo farà con Rita, tutt'altro. Novello pigmalione dell'era mussoliniana in una Roma del 1928 drappeggiata in orbace, approfitterà della sua acuta intelligenza impartendole quegli insegnamenti atti a renderla libera di tratteggiare il suo futuro. Che si presenterà, purtroppo fosco e pieno di insidie. Ne approfitterà, più del professore, l'ineffabile François che riuscirà, ma per poco, a tenerla al guinzaglio, ma poi Rita, capito al volo il tranello, ne trarrà un vantaggio. Di cui, pero sarà per ben due volte vittima, come ulteriore prova che l'intelligenza, anche la più acuta, non è affatto sinonimo di furbizia. Sarà prima un grande pittore e poi lo stesso François, a risolvere il problema dell'esistenza di Rita e del nascituro Il poi è tutto da seguire, leggendo questa storia che esce dai soliti schemi letterari.
Pagine | 367 |
Formato | [EU] Stampa bianco e nero - standard - 148x210 mm - Carta bianca - Copertina lucida |
Peso | 474 gr. |