Riuscire a prevedere il futuro analizzando il passato… è questa la scienza più riuscita di Giuseppe, lo scrivano di corte del feudo di Vasadonna. Giuseppe non è altri che un anziano moro, l’ultimo superstite degli arabi dotti di Sicilia.
Corre l’anno 1266. La conquista angioina del Regno di Sicilia stravolge gli equilibri del potere. Elena, moglie dell'esule barone di Vasadonna Cristiano, fugge nottetempo tenendo per mano i suoi bambini, Chiara e Tancredi (proprio quest’ultimo, sedici anni più tardi, diventerà il Barone Nero).
Vasadonna, ormai priva di difese, viene occupata da Hervè de Amalloux. Hanno inizio le ingiustizie da parte dei francesi e a pagarne immediatamente le spese è Ali, il quale, nel tentativo di difendere la sua amata, viene marchiato a fuoco.
Ad ogni modo, qualcosa di più terrificante degli stessi conquistatori francesi è pronto ad abbattersi su Vasadonna. Costante d’Altavilla, fratello di Cristiano, è pronto a riscattare il feudo dagli stranieri. Ciò che muove tuttavia Costante non è il rispetto per il nome della propria casata, ma la pura brama di potere. Soltanto la ricerca delle origini del suo odio potrà spiegare i motivi che generano l’ambizione di Costante.
Infine solo Ali, nipote di Giuseppe, si troverà a contrastare il male che domina Vasadonna. Una situazione inaspettata che il giovane dovrà riuscire a controllare, ma che lo scrivano aveva precedentemente ipotizzato, analizzato e previsto, deviando il corso del destino.
Pagine | 522 |
Formato | [EU] Stampa bianco e nero - standard - 148x210 mm - Carta bianca - Copertina lucida |
Peso | 0.668 gr. |