I tre racconti della Trilogia si collocano in un genere letterario misto. Pagine di prosa lirica si accostano a lunghi momenti descrittivi e si incrociano con una narrazione ora lenta ora incalzante. La trama dei tre racconti non solo è un labirinto, ma talora diventa una selva in cui la dimensione simbolica, quella onirica, quella della denuncia e dell'indagine si intrecciano così come in un rovo di more. La lettura interpretativa non è per nulla ovvia, nè spedita. Il lettore deve aguzzare l'ingegno, deve mettere insieme pezzi di un mosaico senza indugiare nell'ammirazione della singola tessera. Funzione significativa hanno le descrizioni, di paesaggi, di personaggi, di oggetti, che rapiscono il lettore e lo conducono in una dimensione altra, allucinata, surreale. Il lessico che caratterizza le parti descrittive ha un ruolo fondamentale. Le parole ricercate, talora desuete e non logorate, rendono le descrizioni come luoghi di un rapimento estatico. La parola, così, a tratti emerge dalla pagina e assume una forza preminente sull'ordito stesso. Filo conduttore accompagnato dalle varie descrizioni è il viaggio. Viaggi di ritorno, verso l'archetipo paterno e materno, verso la scoperta, la rivelazione. Ovviamente luogo privilegiato del ritorno è la Sicilia, quella Sicilia che è un tempio bifronte, contemporaneamente madre che accoglie e donna enigmatica.
Pagine | 367 |
Formato | [EU] Stampa bianco e nero - standard - 133x203 mm - Carta bianca - Copertina lucida |
Peso | 0.411 gr. |