I gatti vedono al buio: è questo il cardine ideologico su cui ruotano gli undici racconti, con una volontà descrittiva umbratile, finalizzata alla consapevolezza sociale. I testi sono indipendenti uno dall’altro e sono stati scritti in momenti diversi, seguendo l’estro della contingenza. L’occhio di gatto è anche un tipo di quarzo che m’affascinava da bambina, assimilabile simbolicamente al terzo occhio, quindi all’intuito e alla visione. Questa raccolta affronta il rapporto problematico che l’individuo instaura con se stesso, l’alterità e vari sistemi ideologici che informano la società moderna. Non c’è indagine, solo racconto, gusto per una scrittura-ponte che tenta di comunicare un messaggio o si svolge in se stessa come una confessione. Dietro le parole c’è una sensibilità versatile che si sperimenta, in bilico tra interiore ed esteriore sull’altalena combinatoria dell’invenzione. Alcune storie sono reinterpretazione del vero, personale e altrui, altre pura immaginazione. Ognuna postula un obiettivo da raggiungere: che distolti gli occhi dalla lettura, una tematica suggerita possa diventare oggetto del pensiero.
Pagine | 92 |
Formato | [EU] Stampa bianco e nero - standard - 148x210 mm - Carta bianca - Copertina opaca |
Peso | 0.133 gr. |