Trenofobia non è la normale paura di un treno. No. Il treno è solo un insensibile pezzo di metallo e luci. È solo uno strumento. È il coltello che sta nella mano del cuoco come in quella dell'assassino. È la mano di un ladro come la mano di una banca. Non è l’oppressione dell’uomo sull'uomo. Tutt'altro. È l’opposto. Trenofobia è un altro tipo di paura. È paura cosciente. Un film dell'orrore fra alba e tramonto. Un film dell'errore. L'errore umano. È caos a trecentosessanta gradi. Diviso quattro. È un'allungatoia. È dire parole che non esistono. È un prurito cerebrale che sai di non poter grattare senza aprirti la testa. È la squadra che perde e non si cambia. È lo specchio della vita. Che si è rotto. Sotto una scala, urtato da un gatto nero che attraversava olio versato. È anni di sfiga. È l’insieme di solitudini in perpetua rivolta pacata, acqua a novantanove gradi. È la lotta contro sé stessi, contro la necessità di urlare al sistema la propria disperazione. Ma non puoi. Da soli non si può. E allora lasci che gli altri vincano. Trenofobia è giustizia. Lenta, farraginosa, deludente. Forse arriva tardi, forse mai.
Pagine | 113 |
Formato | [EU] Stampa bianco e nero - standard - 148x210 mm - Carta bianca - Copertina opaca |
Peso | 0.158 gr. |