Dice Schopenhauer: «Solo chi diventa vecchio con-segue, della vita, una visione completa e adeguata. La vecchiaia ha la serenità di chi si è affrancato da una ca-tena portata a lungo, e ora si muove liberamente». Ma questo succede solo quando si ha il tempo e la volontà di riflettere, quando si è fatto tesoro delle esperienze. Se ci si limita ad atti ripetitivi, se manteniamo le nostre abitudini e le nostre credenze, se si resta incatenati all'età giovanile e ci si lascia trasportare dal rimpianto non si accumula nessuna saggezza; e neppure si cresce. Insomma per me invecchiare può essere un’arte, da apprendere e da sviluppare. Lo sto dimostrando per iscritto nella consapevolezza che sia la conoscenza a rendere libero e affrancare l’uomo prima che… sia troppo tardi. In effetti tra le ragioni che mi hanno spinto a scrivere questo settimo e ultimo capitolo c’è la volontà di ricerca e studio dell’ambito spirituale e ultraterreno. Dalla lettura del libro di Raymond Moody “La vita oltre la vita”, mi è rimasto impresso un concetto che ricorre spesso nel racconto di coloro che hanno avuto esperienze di pre-morte. Raccontando cosa avevano sbirciato nell'aldilà, quasi sempre è riportata da questi “testimoni” la forte sensazione di essersi trovati sprovveduti, mancanti delle opportune conoscenze, di fronte alla nuova realtà che si era loro manifestata, unita al grande rammarico di non aver approfondito adeguatamente in vita le tematiche in materia di anima e di spirito.
Pagine | 335 |
Formato | [EU] Stampa bianco e nero - standard - 152x228 mm - Carta bianca - Copertina opaca |
Peso | 484 gr. |